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Perché rimandiamo sempre? Le radici psicologiche della procrastinazione.

  • Immagine del redattore: Donato Abbondi
    Donato Abbondi
  • 4 mag
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 1 giu


PROCRASTINAZIONE DONNA

Quante volte ti sei trovato a dire “Lo faccio dopo” e poi... non l’hai mai fatto?

La procrastinazione è un comportamento comune che tutti, prima o poi, sperimentiamo. Ma dietro questo atteggiamento apparentemente innocuo si nascondono dinamiche psicologiche molto più profonde.


Spesso associamo la procrastinazione alla pigrizia o alla mancanza di volontà.

In realtà, rimandare può essere un meccanismo di difesa, un modo per evitare emozioni spiacevoli come l’ansia, la paura del giudizio o il timore di fallire.

Quando ci troviamo davanti a un compito impegnativo o importante, il nostro cervello può attivare una sorta di “modalità di fuga”, spingendoci a cercare distrazioni immediate – come controllare i social, sistemare la scrivania o iniziare qualcosa di completamente diverso – pur di non affrontare quel compito. Un’altra causa comune è il perfezionismo. Chi ha standard molto elevati spesso teme di non riuscire a raggiungerli, e così preferisce rimandare per non doversi confrontare con un risultato potenzialmente deludente. Questo però alimenta un circolo vizioso: più rimandiamo, più cresce il senso di colpa, e più ci sentiamo incapaci.


La buona notizia è che la procrastinazione si può affrontare. Il primo passo è prenderne

consapevolezza: cosa stai evitando davvero? Quali emozioni ti bloccano?

Inizia con piccoli obiettivi realistici e celebra ogni progresso, anche minimo.

Lavorare su un dialogo interiore più gentile e motivante può fare una grande differenza.


Ricorda: non sei il solo a rimandare. Ma puoi scegliere di non restare intrappolato in questo schema. Affrontare il problema non significa solo “fare le cose”, ma prendersi cura del proprio benessere psicologico.


Se senti che la procrastinazione ti blocca, possiamo lavorarci insieme.


Donato Abbondi




 
 
 

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