Stress da lavoro: perché non è un segno di produttività ma di inefficienza.
- Donato Abbondi

- 5 ott
- Tempo di lettura: 1 min

Lo stress è diventato un compagno silenzioso della vita lavorativa. In molte aziende viene quasi celebrato: “Se non sei stressato, non stai lavorando abbastanza”. Questa mentalità, però, è non solo sbagliata, ma anche dannosa.
Lo stress cronico non è un indicatore di dedizione, bensì un campanello d’allarme di inefficienza organizzativa. Quando un dipendente è costantemente sotto pressione, significa che i processi non sono chiari, che le priorità vengono ribaltate di continuo e
che le risorse non sono adeguate agli obiettivi. Il risultato? Calo della produttività, aumento degli errori e crescita del turnover.
Inoltre, lo stress logora le relazioni interne, riduce la creatività e porta a un progressivo distacco emotivo dal lavoro. Un’azienda che normalizza lo stress non è più competitiva, ma condannata al declino silenzioso. Investire sul benessere psicologico non è un lusso: è il modo più concreto per aumentare efficienza, lucidità e capacità di innovazione. Perché un team sereno lavora meglio, più velocemente e con risultati duraturi.
Donato Abbondi



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